martedì 25 gennaio 2011

La dolorosa saga dell’Unità d’Italia



17 marzo 1861 – proclamazione del Regno d’Italia



L’Italia prima dell’unità

L’ unione dell’Italia in un regno
nacque sotto il peggior segno.
Le varie nazioni furon assoggettate
e delle loro terre vennero spogliate.

La prepotenza, legge del demonio,
aveva tolto alla Chiesa ogni patrimonio.
Come affermavan gli illuminati piemontesi
dalla cattolica superstizione i sudditi vanno difesi.

E per far capire che conta solo la ragione
ostacolarono i cattolici nella loro religione.
Valdesi e protestanti eran tollerati
perché con la loro Bibbia si erano allineati


Vittorio Emanuele II colse quella agognata occasione
per diventare re d’Italia con una cruenta occupazione.
La storia ufficiale a noi da sempre insegnata
è che da Lui l’Italia fu trionfalmente “liberata”.

Ma quando l’otto settembre del quarantatre
Roma rimase senza Badoglio e senza re
qualche barlume della celata verità
da polverosi archivi uscì qua e là.

Il referendum alla fine della guerra
costrinse il re a lasciare l’italica terra.
Da quando il diabolico progetto fu attuato
il sangue degli italiani fu ognor versato.


Martin Luther - ritratto

Ma volgiam lo sguardo all’inizio dei misfatti,
quando i popoli europei erano ancor compatti,
poiché uniti, per antica tradizione,
dalle radici della cattolica religione.

All’inizio del millecinquecento
accadde un funesto avvenimento:
“Martin Lutero teologo agostiniano
a demolir la Chiesa mise mano.”


Bibbia di Borso d’Este conservata nella Biblioteca Estense di Modena

Anticipando le dichiarazioni della Lega di Bossi
disse che in Roma a rubar tutti si erano mossi.
Meditando di San Paolo la lettera ai romani
95 tesi compose con le proprie mani.

“Ognuno poteva arrivare alla salvazione
leggendo la Bibbia con la propria ragione”.
Questa riforma che sembrava piccola cosa
fornì al “mondo” una occasione grandiosa.


Chi come Dio? S. Michele Arcangelo schiaccia il demonio

Gesù disse :“Il Potere vien dall’Onnipotente”,
Lutero chiosa :”E’ il sovrano che guida la gente”;
con ciò ad ogni principe era lecito stabilire
quanto la Sacra Scrittura aveva inteso dire.

Le leggi erano fatte a suo discernimento
senza aver Dio come riferimento.
Ma dell’ambito potere, da tutti invidiato,
soltanto il sovrano se ne era impossessato.



Rivoluzione francese – la ghigliottina insegna la sana dottrina

Però il re, da solo, lo stato non poteva guidare
e i ricchi e i militari il potere presero a invidiare.
Scoppiò in Francia una grande rivoluzione
e a Parigi dei sovrani ci fu la decapitazione.

Nel 1789 fu accesa la scintilla fatale
e in Europa divampò un incendio infernale.
Il sangue di tanti francesi nella Senna versato
tinse di rosso altri stati che Dio avevan abbandonato.


Napoleone Bonaparte – immagine equestre

Era sorto in quella terra l’idolo Napoleone
che portò in tutta Europa guerra e distruzione.
Ma Il “mondo” dopo tanto terrore e morte
al demonio non volle chiuder le porte.



Massoneria - simbolo

Si era costituita la Massoneria con un progetto:
sostituire al Dio Trino il Grande Architetto.
E poiché il nemico era la Chiesa romana
occorreva colpire ogni nazione cristiana.

Dopo l’aiuto fornito ai “garibaldini”
con navi d’appoggio e tanti quattrini;
si era pronti con le armi a liquidare
chi lo Stato Pontificio voleva aiutare.


Giuseppe Garibaldi – capo dei Mille

I comandanti siciliani col denaro furono corrotti
così Garibaldi sbarcò a Marsala senza intoppi.
Mille camice rosse armate fino ai denti
furono il terrore di tutti i combattenti.

Parve un prodigio ma dei Borboni i centomila soldati
furon inspiegabilmente dai “mille” sbaragliati.
Sembrava arrivata l’Apocalisse di S. Giovanni
ma erano i geni del male a fare tanti danni.

Garibaldi, Cavour, Re Vittorio e Mazzini
volevan trasformar gli italiani in burattini.
Chi non recitava il ruolo assegnato
era un brigante e doveva essere fucilato.



Carmine Crocco – ritratto

Gli eroi erano i piemontesi e i garibaldini
mentre gli oppositori divenivano tutti malandrini.
Carmine Crocco capo al sud degli insorgenti
con coraggio affrontò i sabaudi reggimenti.

A lungo tenne testa all’esercito piemontese
ma fu tradito e alla fine pure lui si arrese.
Finì i suoi giorni nel carcere di Portoferraio
mentre a molti del sud toccò un grosso guaio.

Chi sul posto all’istante non fu fucilato
nei carceri sabaudi fu a vita internato.
I ”terroni” morivano di freddo, di fame e di stenti
ma la storia ufficiale ha sempre scordato questi patimenti.

La gente del sud scampata alle deportazioni
allora iniziò verso l’estero le emigrazioni.
La pulizia etnica dai piemontesi fu completata
con la legge Pica (c) da Minghetti promulgata.


Pantheon (tempio degli dei) – Roma – tomba del primo Re d’Italia

54 paesi incendiati e un milione di morti ammazzati (a)
dei Padri della Patria i piani furono così realizzati.
I massacri che al sud fecero indisturbati
al nord non furon fatti perché eran osservati.



Generale E. Cialdini (Castelvetro di Modena 1811 – Livorno 1892)

L’ultimo atto del genocidio perpetrato
dal modenese generale Cialdini fu operato.
Il re Francesco di Borbone e i suoi soldati
nella fortezza di Gaeta si furon asserragliati.


Fortezza di Gaeta (LT)

L’assedio dei piemontesi durò 102 giornate
e le genti di Gaeta furon massacrate.

Si sparò su abitazioni civili ed ospedali
e chiamaron eroi chi compì quei gesti brutali.


Soldato dell’esercito delle Due Sicilie

Alla fine fu chiesta la resa con onore
per i soldati che avevan lottato con valore
ma la menzogna fu peggior della capitolazione
perché le promesse non ebbero attuazione.


Carcere di Fenestrelle (TO) 1300 s.l.m.

I prigionieri dell’esercito “ribelle”
furon rinchiusi nel carcere di Fenestrelle.
Come nel Vangelo di Matteo viene detto
fu applicata la parabola degli invitati al banchetto.


Lapide a ricordo di prigionieri italiani catturati dall’esercito italiano

Re Vittorio Emanuele II, molto adirato
per il tempo, le armi e il denaro sprecato,
fece gettare nelle tenebre quei delinquenti
perché la vi fosse pianto e stridor di denti.


Palazzo Ducale di Modena

Nel 1859 l’Austria a Magenta fu battuta
e dal Ducato di Modena l’indipendenza fu perduta.
Nel Palazzo Ducale il commissario Carlo Farini
rubò perfin le posate d’argento fatte dal Cellini.

E poiché di arte e bellezza nulla capiva
fuse l’argento per aumentare la refurtiva. (g)
Anche il Ducato di Parma fu da Farini assoggettato
e da Maria Luisa fu con tristezza abbandonato.


Palazzo Ducale di Parma

Fu poi il Granducato di Toscana a esser derubato
mediante un plebiscito dall’esito pilotato.
Restava ormai solo lo Stato Pontificio
che resisteva con grande ardore e sacrificio.


Zuavi pontifici – soldati del Papa

Era molto pericoloso affrontarlo a colpi di cannone
perché il suo esercito rispondeva con energica decisione;
infatti a Mentana Garibaldi rimase in attesa
che la ribellione a Roma si fosse accesa.

Ma grande fu la sua sorpresa e amara la delusione
poiché arrivò dei “papalini” una grossa formazione.
La cruenta battaglia fu a lungo combattuta
ma dalle camicie rosse fu infine perduta.


Roma – apertura del Concilio Vaticano I - 8/12/1869

Papa PIO IX proclamò nel Concilio, con fermo ardimento,
il dogma della “Infallibilità” che ai Massoni causò grande turbamento.
Per vendicare questa inaccettabile onta subita
i “senza Dio” voller chiuder con la forza la partita.

Generale Raffaele Cadorna (1815 – 1897)

L’ 11 settembre del 1870 Vittorio Emanuele, sua Maestà,
pubblicò sulla Gazzetta Ufficiale l’allargamento delle sue proprietà
quindi senza apertamente la guerra dichiarare
ordinò a Cadorna le provincie romane di occupare.

Per esser certo di distruggere la Chiesa
Re Vittorio non lesinò alcuna spesa.
65 mila eran le truppe dell’esercito italiano
mentre 12 mila eran quelle del Vaticano.

Per finanziare dell’Italia la violenta invasione
aveva chiesto soldi alla “cara Albione”
che da perfetta alleata anglicana
bramava distruggere la Chiesa romana.


Lord Palmerston (1784 – 1865), Queen Victoria (1819 – 1901), Lord Melbourne (1779 – 1848)
Della regina Victoria gli illuminati consiglieri
della loro politica andavano molto fieri.
La loro morale conforme al “Principe” di Macchiavelli
fu proclamata spesso alla “House of Commons” senza orpelli:

“We have no eternal allies,
and we have no perpetual enemies.
Our interests are eternal and perpetual,
and those interests it is our duty to follow.”

Che liberamente tradotto nella lingua italiana:
“Chi si fida di noi avrà una vita grama!
Se qualcuno con noi oggi è un buon alleato
domani se ci convien potrà esser rifiutato.”

E come insegna anche ora l’Inghilterra
i prestiti si concedono ipotecando la terra,
per questo Cavour genio della finanza
rubò ai Borboni e al Papa ogni loro sostanza.

Aveva anticipato i moderni “espropri proletari”
metodo sicuro per far tanti denari;
non serve affatto lavorare onestamente
ma con l’astuzia e la violenza si fanno celermente.


XX settembre 1870 – Breccia di Porta Pia - Roma

L‘esercito italiano trionfalmente fu mandato
a distruggere l’irriducibile e minuscolo stato.
Ma il Papa, Vicario di Cristo in terra,
non rispose alle cannonate ed evitò la guerra.

Come ci dicono le cronache piemontesi del tempo
la breccia di Porta Pia fu un atto di ardimento.
A dimostrazione di quanto Pio IX era odiato
da un ufficiale ebreo il “fuoco” fu ordinato. (d)

Per insultare “il cattolicesimo”, che credevan liquidato,
ai bersaglieri Luigi Ciari, pastore valdese, si era accodato
con un carretto zeppo di bibbie “riformate”
che il suo cane “pio nono” aveva trainate. (e)

Ma non avevan letto il Vangelo attentamente
Cristo dice: “Non praevalebunt” ad ogni prepotente.
La Chiesa può essere percossa, offesa e umiliata
ma dal maligno non sarà mai schiacciata.


Esempio marmoreo della “storica menzogna

Sicché la “vera storia” sempre ricorderà
quanto grande fu degli atei la viltà
e il XX settembre 1870, storica data,
come vergogna sarà dai posteri rammentata.



Bibliografia
(a) www.cronologia.leonardo.it/storia/a1863b.htm Cinquemiladuecentododici condanne a morte, 6564 arresti, 54 paesi rasi al suolo, 1 milione di morti. Queste le cifre della repressione consumata all'indomani dell'Unità d'Italia dai Savoia. La prima pulizia etnica della modernità occidentale operata sulle popolazioni meridionali dettata dalla Legge Pica, promulgata dal governo Minghetti del 15 agosto 1863 "… per la repressione del brigantaggio nel Meridione"[1].

(b) Si veda L’ENCICLICA di Papa PIO IX Respicientes ea (Dato a Roma, presso San Pietro, il 1° novembre 1870, anno XXV del Nostro Pontificato.) www.vietatoparlare.it

La legge Pica (fonte: www.wikipedia.org)
(c) La legge Pica (dal nome del suo promotore, il deputato abruzzese Giuseppe Pica) fu promulgata dal parlamento della Destra storica e resa operativa dal 15 agosto 1863, rimase in vigore fino al 31 dicembre 1865. Presentata come "mezzo eccezionale e temporaneo di difesa", la legge intendeva porre rimedio al fenomeno del brigantaggio nel Mezzogiorno, istituendo tribunali militari nel territorio e permettendo la repressione di qualunque resistenza: si trattava, in pratica, dell'applicazione dello stato d'assedio interno.
Senza bisogno di un processo si potevano porre agli arresti domiciliari i vagabondi, le persone senza occupazione fissa, i sospetti fiancheggiatori di camorristi e briganti, fino ad un anno di reclusione. Nelle province dichiarate infestate da briganti tutte le bande armate di più di tre persone, complici inclusi, potevano essere giudicate dalla corte marziale.
Alla sospensione dei diritti costituzionali si accompagnavano misure come la punizione collettiva per i reati dei singoli e le rappresaglie contro i villaggi.
Il "contingente di pacificazione" constava all'inizio di centoventimila unità, per poi scendere negli anni successivi a novantamila uomini prima e poi a cinquantamila: quasi la metà dell'allora esercito unitario.
Gli storici di parte borbonica e gli esponenti più importanti della corrente meridionalistica, sostengono che tale massiccia presenza fosse giustificata dalla necessità di tenere a bada le azioni paramilitari operate da ex ufficiali e soldati dell'Esercito delle Due Sicilie e dalle frequenti insurrezioni popolari. La legge Pica avrebbe in questo senso fornito una parvenza di substrato giuridico ad una massiccia operazione di repressione, a volte sfociata in veri e propri casi di crimini contro l'umanità, come per la distruzione dei paesi di Pontelandolfo e Casalduni ed il genocidio di tutti gli abitanti. Secondo gli studiosi meridionalisti[senza fonte], dunque, il fenomeno del cosiddetto brigantaggio sarebbe stata in realtà una forma di resistenza delle popolazioni meridionali alla piemontesizzazione.
I morti per le repressioni dovute alla Legge Pica furono superiori a tutti i decessi delle guerre del Risorgimento. 12 000 gli arrestati e deportati, 2 218 i condannati. Nel 1865 furono 55 le condanne a morte, 83 ai lavori forzati a vita, 576 ai lavori forzati per periodi più o meno lunghi, 306 alla reclusione ordinaria.
Nella seduta parlamentare del 29 aprile 1862 il senatore Giuseppe Ferrari affermava: «Non potete negare che intere famiglie vengono arrestate senza il minimo pretesto; che vi sono, in quelle province, degli uomini assolti dai giudici e che sono ancora in carcere. Si è introdotta una nuova legge in base alla quale ogni uomo preso con le armi in pugno viene fucilato. Questa si chiama guerra barbarica, guerra senza quartiere. Se la vostra coscienza non vi dice che state sguazzando nel sangue, non so più come esprimermi.»
(d) Dalla prolusione di Anna Foa al Congresso UCEI del 6/12/2010
(e) Dal libro “Un italiano serio – Il beato Francesco Faà di Bruno” di Vittorio Messori
(f) Lapide posta a Massa – piazza Mazzini
(g) Dal libro “La Verità sugli uomini e sulle cose del Regno d’Italia – Rivelazioni di J.A. agente segreto del conte di Cavour” a cura di Elena Bianchini Braglia, Edizioni Terra e Identità – Modena
(h) Il libro “La Rivoluzione Italiana – come fu fatta l’unità della nazione” di Patrick Keyes O’Clery tradotto da Alberto Leoni, edizioni ARES, ISBN 88-8155-194-2 offre una testimonianza oltremodo completa e circostanziata di 70 anni (1821-1891) di storia italiana, con documentazione anche da fonti inglesi. L’autore narra di fatti vissuti dal suo arruolamento in gioventù negli Zuavi pontifici per divenire poi parlamentare inglese e infine dedicarsi alla professione legale e all’attività di studio sia della storia italiana che inglese.

c.d. "Statuto albertino", 4 marzo 1848
Regno di Sardegna 1848
Preambolo
Carlo Alberto
per la grazia di Dio
Re di Sardegna, di Cipro e di Gerusalemme
Ecc. Ecc. Ecc.

Con lealtà di Re e con affetto di Padre Noi veniamo oggi a compiere quanto avevamo annunziato ai Nostri amatissimi sudditi col Nostro proclama dell'8 dell'ultimo scorso febbraio, con cui abbiamo voluto dimostrare, in mezzo agli eventi straordinarii che circondavano il paese, come la Nostra confidenza in loro crescesse colla gravità delle circostanze, e come prendendo unicamente consiglio dagli impulsi del Nostro cuore fosse ferma Nostra intenzione di conformare le loro sorti alla ragione dei tempi, agli interessi ed alla dignità della Nazione.
Considerando Noi le larghe e forti istituzioni rappresentative contenute nel presente Statuto Fondamentale come un mezzo il più sicuro di raddoppiare coi vincoli d'indissolubile affetto che stringono all'Italia Nostra Corona un Popolo, che tante prove Ci ha dato di fede, d'obbedienza e d'amore, abbiamo determinato di sancirlo e promulgarlo, nella fiducia che Iddio benedirà le pure Nostre intenzioni, e che la Nazione libera, forte e felice si mostrerà sempre più degna dell'antica fama, e saprà meritarsi un glorioso avvenire. Perciò di Nostra certa scienza, Regia autorità, avuto il parere del Nostro Consiglio, abbiamo ordinato ed ordiniamo in forza di Statuto e Legge fondamentale, perpetua ed irrevocabile della Monarchia, quanto segue:
Art. 1
La Religione Cattolica, Apostolica e Romana è la sola Religione dello Stato. Gli altri culti ora esistenti sono tollerati conformemente alle leggi.
Art. 2
Lo Stato è retto da un Governo Monarchico Rappresentativo. Il Trono è ereditario secondo la legge salica.